VOLKSWAGEN T1, TORNA UN MITO

Dopo il mancato appuntamento del 2015 con il revival del mitico furgone Volkswagen, ci pensa David Obendorfer a far rivivere il sogno dei più nostalgici e non solo.

Il fine dei lavori di David Obendorfer è infatti quello di creare (con passione e tecnica) possibili concept di vetture che hanno fatto la storia dei trasporti, in una rivisitazione retro, in grado di guardare al futuro. Una visione virtuale che oltrepassa i confini della realtà e che potrebbe anche incontrare prima o poi l’interesse delle stesse case automobilistiche produttrici dei modelli originali. Il designer, sulla scia delle emozioni, ripropone per gli appassionati e i fan un concept molto più vicino all’originale Transporter T1, noto ai più anche con il nome Bulli, il mezzo che ha rappresentato una intera generazione e che ancora oggi nell’immaginario collettivo richiama agli anni ’60, distante dal modello poi immesso sul mercato dalla casa automobilistica tedesca.

Primo veicolo commerciale della casa di Wolfsburg, realizzato su una splendida intuizione dell’olandese Ben Pon e costruito sulla base del Maggiolino nel lontano 1950, questo è tra i furgoni della Volkswagen che ha conosciuto un successo indiscusso e che ha portato, dopo quasi ottant’anni dal debutto, al lancio lo scorso anno della nuova generazione con il Transporter T6, un modello che riscopre le funzionalità e la storia della Volkswagen, ma che in questo caso si allontana completamente dal vecchio design.

Il progetto di Obendorfer, tra i plausi generali, inevitabilmente ha suscitato qualche polemica poiché incentiverebbe un gusto per il retro, che secondo gli stessi critici farebbe compiere un’involuzione al progresso, costringendolo all’interno di linee o progetti ormai andati, fuori tempo. La risposta del designer ungherese è netta, il suo lavoro guarda all’oggi, allo stile contemporaneo: “le automobili retro non sono copie delle loro antenate o esempi di restauro, ma rivisitazioni studiate accuratamente e fortemente radicate nello stile contemporaneo”.

Nessuna critica verso i nuovi modelli, come il nuovo Transporter, che resta fedele all’intento originale (fornire un veicolo commerciale solido, sicuro e affidabile), e si allontana dallo stile anche per ragioni di mercato (da 4,6 m3 dei vecchi modelli, il vano di carico arriva nella variante con passo lungo a 9,3 m3); ma nessuna critica, non più, verso un’idea che ha dietro di sé un progetto ancora più visionario e ben radicato nella realtà odierna.

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