PILOTI ROMANI, INTERVISTA ESCLUSIVA A GIAN LUIGI PICCHI

Purtroppo con la recente scomparsa di Carlo Giorgio e Andrea De Cesaris si è assottigliata la pattuglia dei piloti romani di elevato livello del passato. Ne abbiamo parlato con un altro grande driver della cosiddetta ‘epoca d’oro’, Gian Luigi Picchi, nato nel 1946 a Tivoli, vicino a Roma, campione europeo con l’Alfa Romeo nelle Turismo ma con risultati di pregio anche con le monoposto. Questa è l’intervista che ha rilasciato in esclusiva per Contagiriblog.com.

Ai tempi in cui correvi e vincevi a fine Anni 60 con la Formula 850 del ‘sor Gino’ De Sanctis  e poi con la Tecno in Formula 3 erano piuttosto numerosi i piloti della Capitale e dintorni di buon livello. Vuoi ricordarne qualcuno ?

Negli anni Settanta si correva prevalentemente a Vallelunga, Monza, episodicamente a Pergusa. Non era ancora cominciato il periodo in cui si iniziò a costruire quel gran numero di circuiti che il motorsport italiano può annoverare oggi. La “scuola di pilotaggio” romana sfornò così numerosi piloti molto competitivi accanto ad altri di buon livello. La cosa derivava proprio dalle caratteristiche del circuito di Vallelunga che presentava ogni varietà di curve e permetteva un affinamento delle doti di pilotaggio che per alcuni erano già innate e per altri una conquista da fare con esperienze di guida. Monza senza varianti era una pista dove contavano motore e tattica per il gioco di scie, quindi era meno adatta alla formazione di valori di pilotaggio. Intendiamoci, ancora oggi la pista brianzola dal punto di vista della guida è ininfluente se togliamo le due di Lesmo e Parabolica, Pergusa poi era velocissima con un unica curva impegnativa , quella dopo il traguardo. Ed è così che a cavallo degli Anni 65/70 l’automobilismo sportivo romano espresse Franco Bernabei, pilota veloce e versatile pupillo di De Tomaso e poi campione Italiano di Formula 3 nel 1968, Claudio Francisci, velocissimo ancora oggi con i prototipi, che per mera sfortuna non riuscì ad incamerare nessun campionato, Giancarlo Naddeo estremamente veloce, campione italiano di Formula 3 nel 1971 se ricordo bene, il sottoscritto campione italiano di F850 con la De Sanctis ufficiale e campione  di Formula 3 nel 1969 come pilota ufficiale Tecno, Carlo Giorgio pilota veloce, campione italiano Formula 3 nel 1973, Biagio Cammarone, dalle enormi capacità che vide compromessa la sua carriera in un incidente in Germania, Maurizo Flammini, oggi conosciuto come organizzatore ma velocissimo e solido pilota. Alcuni di questi da me citati avevano la capacità e le caratteristiche per poter arrivare in formula 1, lo stesso Flammini fece dei test in Ferrari. Accanto a questo una serie numerosa di piloti che si misero in evidenza con le formule minori ed il turismo.

All’epoca c’erano piloti ‘nordisti’, romani e del Sud Italia. Com’erano i rapporti tra voi: eravate divisi in clan o stavate tutti insieme fuori dalle corse?

A quell’epoca non si faceva clan, anzi c’era più rivalità tra “conterranei” che con i nordisti con cui non si legava affatto. La giusta rivalità in pista si trascinava anche fuori alimentata dai team, insomma un certo retrivo campanilismo che si rifletteva nei rapporti fuori dai box, certamente negativo ma esemplificativo dell’atmosfera di forte rivalità come detto alimentata da squadre e preparatori.

Tu ti sei fatto un nome a livello europeo con l’Alfa nelle Turismo. Ma ti sarebbe piaciuto continuare con le monoposto?

Nel motorsport gli appassionati mi ricordano per le 11 vittorie complessive, di divisione e assolute, ottenute come pilota ufficiale Alfa Romeo Autodelta e per il conseguimento del Campionato Europeo divisione 1 nel 1971, ma io ero un pilota da formula, per un concorso di circostanze non mi sono potuto esprimere con la Formula 2. Il progetto era quello di mettere in piedi un team con Salvatore Genovese, ma l’epoca delle grandi sponsorizzazioni, all’epoca, non aveva ancora preso piede ed allora proseguii fino a fine 1972 con l’Autodelta e alla nascita del primo dei tre figli lasciai il professionismo ed ogni velleità di carriera. L’ingegner Carlo Chiti mi aveva anche già inserito nella squadra prototipi per il mondiale marche con l’Alfa Romeo 33/3000TT. Nell’intimo resto un pilota da formula.

Allora negli Anni 60 e 70 si correva un po’ dappertutto, anche su circuiti stradali pericolosi, e in varie categorie. Vuoi ricordare quell’ambiente?

Prima degli Anni 70 si correva anche su circuiti cittadini, ma io arrivai in Formula 3 quando, dopo la “mattanza di Caserta” (1967, morirono ‘Geki’ Russo, ‘Tiger’ Perdomi e lo svizzero Fehr Beat, n.d.r.) questi furono aboliti. Certamente quello fu un momento storico dell’automobilismo con i rischi dovuti alla mancanza di ogni più elementare misura di sicurezza, un periodo irripetibile ma fascinoso. La componente rischio oggi non esiste più, salvo casi imponderabili quali la molla sul casco di Massa e l’episodio di Bianchi in Giappone che lascia l’amaro in bocca. Insomma mentre all’epoca degli stradali o quando ancora le misure di sicurezza specialmente sulle vetture e sui circuiti erano assenti, la capacità di affrontare il rischio da parte del pilota era determinante.

Il tuo ricordo personale di Carlo Giorgio e Andrea De Cesaris?

Purtroppo in questi giorni abbiamo perso due figure che furono rilevanti dell’automobilismo romano. Carlo Giorgio che aveva tutte le potenzialità ebbe soltanto in parte le soddisfazione che avrebbe potuto avere grazie alle su qualità di pilotaggio.

Andrea De Cesaris che è arrivato poi ai vertici dell’automobilismo, anch’esso con risultati che non rispecchiano i suoi valori assoluti di pilotaggio, lo avevo osservato ai suoi esordi in kart, passaggio obbligato oggi per ogni aspirante pilota. Per un certo periodo infatti ho fatto il commissario di pista nel kart e ho chiarissimo il ricordo di due o tre corse in cui Andrea c’era Andrea. Era veloce, aggressivo, efficace, doti che si è portato poi nella carriera automobilistica. Ebbene, dovete sapere che una differenza di un decimo di secondo in kart equivale a due/tre decimi in monoposto come indice di capacità di guida che soltanto il kart, essenza del pilotaggio, può dare. Tra l’altro all’epoca De Cesaris si confrontava con Elio De Angelis e con Eddie Cheever e Andrea era costantemente il più veloce di uno o due decimi.

Di Carlo Giorgio ricordo la grande signorilità e la grande determinatezza con cui portò avanti la sua carriera a volte avara di risultati quando il mezzo non glielo consentiva. Una cosa gli ho invidiato e glielo dissi in uno degli innumerevoli incontri in autodromo.

Gli confessai .”Sai Carlo ,mentre io sono apparso e poi mi sono defilato dopo pochi anni, tu hai avuto la fermezza e la fortuna di vivere  l’automobilismo sportivo oltre che come pilota con i risultati e i riconoscimenti avuti, anche come team manager,come componente dello staff di grandi squadre,insomma la tua passione la hai vissuta in tutti i campi e per tutto il tempo che hai voluto”.

(foto da AlfaRoma)

CHI E’ GIAN LUIGI PICCHI, DRIVER TIBURTINO

Inizia la sua presenza nel motorsport  con il Karting nell’anno 1963 partecipando in tre anni a 115 gare,  vincendone 44, Campione Italiano a squadre con il Karting Club Arcionia nel 1963, nel 1965 entra a far parte della Squadra Nazionale ed è Campione Europeo a squadre.

Nel 1966  è vice campione italiano con il K250 della Tecno di Bologna,una monoposto scuola spinta da un motore Ducati Desmo, vince due corse a Brands Hacth  ed altre sei in Italia.

Nel 1967 debutta in Formula 850 vincendo due corse con la Lucky-Genovese, nel 1968 viene chiamato a guidare la Formula 850 ufficiale della De Sanctis vincendo quattro gare ed è Campione Italiano della specialità, primo ragazzo proveniente dal kart a vincere un campionato automobilistico in Italia.

A fine 1968 debutta in formula 3 partendo in prima fila al suo debutto ed arrivando secondo.

Nel 1969 viene chiamato dalla Tecno a pilotare la formula 3 ufficiale e vince il Campionato Italiano arrivando primo in due gare.

A fine 1969 viene invitato dalla Alfa Romeo Autodelta ad una selezione con altri 25 piloti,risulta il più veloce.                                                                                                                                           Nel 1970 vince ancora due gare in formula 3 e viene chiamato dalla Alfa Romeo Autodelta  come pilota ufficiale per l’Europeo Turismo vincendo due gare ,assoluto al Nurburgring e a Zandvoort , è Vice Campione Europeo divisione 2.

Nel 1971 la CSAI gli assegna una F2 come pilota emergente ma dopo quattro gare costellate da avarie meccaniche abbandona la stagione.

Sempre nel 1971 la Autodelta  gli  affida la GTA Junior con cui vince il Campionato Europeo Turismo Prima Divisione arrivando primo in sei gare.                                                                                        Nel 1972 ancora con la GTAJunior vince tre gare e contribuisce alla conquista del campionato europeo marche per l’Alfa Romeo. Partecipa ai collaudi della AlfaRomeo 33/3000TT prototipo ed è inserito nella squadra per il Mondiale Marche.                                                                                 Nel 1973 alla nascita del primo dei tre figli abbandona l’attività come pilota professionista.

Nel 1988 viene chiamato a pilotare in gare storiche e vince due volte con una AlfaRomeo 2600 sprint Coupè e fa un assoluto con una Ferrari GTO.

Nel 1990 viene chiamato dalla Vaccari Motori per correre nel Campionato Italiano Turismo N2,vince a Magione ed è in testa al campionato fino all’incidente di Imola dove urtato dopo la partenza va a muro al Tamburello distruggendo la Delta Integrale.

Nel 2004 Maurizio Flammini lo invita alla prima gara della serie Superstars al Mugello e vince la gara inaugurale con giro veloce a bordo di una BMW M5 della Vaccari Motori.

Ha vinto a Vallelunga, Monza, Salisburgo, Brno, Paul Ricard, Nurburgring, Jarama, Magione, Zandvoort, Mugello, ha corso ed è andato a podio a Silverstone, Imola, Pergusa, Misano, Hockenheim.

Casco d’Oro di Autosprint nel 1969, insignito del Premio Ascari, Castellotti, Musso, è medaglia di Bronzo al Valore Atletico del Coni. Ha vinto complessivamente 33 gare in automobile.

1963 Campione Italiano Karting a squadre

1965 Campione Europeo Karting.componente squadra Nazionale Azzurra

1966 vice Campione Italiano K250

1968 Campione Italiano F850 Pilota Ufficiale De Sanctis

1969 Campione Italiano F3 Pilota Ufficiale Tecno

1970 vice Campione Europeo Turismo div.2 Pilota Ufficiale Alfa Romeo Autodelta

1971 Campione Europeo Turismo div,1 Pilota Ufficiale Alfa Romeo Autodelta.

Insignito del Casco d’Argento di Autosprint

Insignito del Premio Ascari Castelletti Musso

Insignito di Medaglia di Bronzo al Valore Atletico dal CONI

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