50 ANNI FA: ADDIO DONALD CAMPBELL

Schermata 2016-07-03 alle 17.10.38Gabriele Mutti

Donald Campbell morì il 4 gennaio 1967 nel tentativo di battere il record di velocità sull’acqua. Teatro della tragedia il lago di Conyston Water, nel Lake District inglese. Figlio di un recordman, Donald Campbell aveva sempre vissuto col desiderio di voler imitare suo padre e soprattutto di superarne la fama.

Nato nel 1921 e figlio del pilota Sir Malcolm Campbell, David all’inizio non mostrò grande inclinazione nel voler seguire le orme del suo illustre genitore. Certamente lo idolatrava, e lo seguì spesso come spettatore nei suoi tentativi di battere i record di velocità sulla terra e sull’acqua, ma non sembrava coltivare dei sogni legati agli sport motoristici.

Donald aveva diciotto anni allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, e si offrì subito come volontario per la RAF, rinunciando a una nascente carriera nel mondo delle assicurazioni. Non riuscì nel suo intento, tuttavia, per un soffio al cuore, e successivamente lavorò come progettista nell’industria bellica. Dopo la guerra si sposò bene, anche se non proprio in via amichevole, e divenne un uomo d’affari, dando l’impressione di avere ben poco interesse per una carriera legata al mondo delle corse.

Tutto questo cambiò repentinamente dopo la morte di suo padre nel 1948, con il suo record di velocità sull’acqua che era sul punto di essere battuto. Donald in tutto ciò che faceva cercava sempre l’approvazione di un padre piuttosto lontano da lui; era anche egoisticamente e decisamente patriottico. Così l’unica missione della sua vita divenne l’evitare che i record conquistati da suo padre andassero in mani straniere.

Dire che fosse impreparato a un compito del genere equivale a commettere una grave errore di valutazione. Non aveva alcuna esperienza di corse e di record di velocità, e dovette comperare il famoso ‘Bluebird 4’ di suo padre dalla proprietà dove era rimasto. Donald aveva tuttavia enorme talento nella promozione di se stesso, e condivideva con suo padre una determinazione implacabile oltre a un grande sangue freddo sotto pressione. Nel 1955 aveva conquistato il record di velocità sull’acqua con il Bluebird K7, arrivando a 323 km/h. Con molta convinzione nelle sue possibilità, decise di lasciare il segno anche nel record di velocità su terra, come aveva fatto suo padre.

Il primo tentativo gli fu quasi fatale. A Bonneville Salt Flats nel 1960 la leggendaria impazienza di Campbell gli costò cara, e la sua fretta di conquistare il record gli fece perdere il controllo del suo Bluebird CN7 che dopo un testacoda era ridotto a un orrendo relitto.

Le sue lesioni erano gravi e l’esperienza di un incidente a oltre 320 km/h lo lasciò così sconvolto al punto da fargli meditare se fosse il caso di ritornare a correre. Ma poi tornò davvero a farlo, e nel 1964 conquistò il record di velocità su terra, arrivando a 644 km/h a Lake Eyre in Australia.  Poi conquistò alla fine del 1964 un altro record di velocità sull’acqua, diventando così l’unico pilota a conquistare entrambi primati nel corso dello stesso anno.

Una volta aveva giurato che la conquista di questo risultato lo avrebbe indotto a ritirarsi, ma rimase amaramente deluso nel non essere riuscito a superare il record ufficioso di 651 km/h conquistato da Craig Breedlove con la sua auto-razzo a tre ruote che all’epoca non era ammessa fra i concorrenti ufficiali al record. Con questa sorta di ‘fallimento’ che incombeva su di lui, Campbell decise di costruire un’auto-razzo supersonica.

Il livello delle ambizioni di Campbell era frenato solo dal costo del progetto, e così fu organizzato un tentativo di record da 480 km/h sull’acqua nell’intento di attirare degli sponsor per l’altra impresa. Il lago di Coniston Water fu scelto per quel tentativo: è il terzo più grande lago del Lake District in Inghilterra. Il 4 gennaio 1967, poco dopo l’alba, Campbell scese in acqua col suo motoscafo da record e fece un primo passaggio davvero eccezionale. Il secondo passaggio finì tragicamente.

Non appena il K7, modificato da poco, passò la base del chilometro lanciato, aveva superato i 512 km/h, una velocità mai raggiunta prima. Ma la stabilità dello scafo era compromessa, e decollò ribaltandosi in piena velocità, affondando poi come una pietra e portando con sé il corpo senza vita di Donald Campbell fin sul fondo, ad oltre 40 metri di profondità. Aveva solo 45 anni.

Nel 2001 un gruppo di sommozzatori dilettanti riportò Campbell e il suo Bluebird alla superficie. Chi lo conosceva bene disse che lui sarebbe stato più felice se fosse stato lasciato dov’era, solo con il suo motoscafo nelle profondità del lago, dove non c’era più nulla da inseguire.

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